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Studi e Ricerche  Studi e Ricerche
Il sistema di welfare - domenica 4 dicembre 2005
In Italia si assiste ad un esordio sempre più ritardato alla vita adulta da parte dei giovani, che appare collegato anche alle caratteristiche attuali del mondo del lavoro (vive nel nucleo di origine il 46,5% dei lavoratori stabili contro il 74,8% di quelli flessibili), e contemporaneamente alla tensione degli anziani ad una vita attiva (il 75,4% degli over 60 non si sente anziano e guadagna il 30,4% in più della media nazionale). Si tratta di una sorta di dilatazione trans-generazionale delle fasi dell’esistenza che consiste sembra sospendere i giovani in una situazione professionale ed esistenziale permeata dall’incertezza - Censis, rapporto annuale 2005. maggiori informazioni ...
Lavoro, professionalità, rappresentanza - domenica 4 dicembre 2005
È in atto un rallentamento generale dell’andamento del mercato del lavoro. A fronte dell’aumento di occupati e della riduzione della disoccupazione, nel 2004 si è ridotta la partecipazione delle persone al lavoro, soprattutto sulla base di un effetto di scoraggiamento - Censis, rapporto annuale 2005. maggiori informazioni ...
Lavoro precario e salute - domenica 20 novembre 2005
Una buona parte del campione riferisce di soffrire di disturbi correlati a situazioni di stress cronico, con una diversa prevalenza a seconda del disturbo considerato. Nella maggioranza dei casi, il disturbo si è manifestato o si è aggravato successivamente all’inizio della attività lavorativa prestata con tali modalità contrattuali - Asl Bologna e Enea, Giugno 2005. maggiori informazioni ...
Giovani, lavoro e casa - domenica 20 novembre 2005
I mutui casa per gli atipici. Se il lavoro rappresenta il primo momento di confronto da adulto con il mondo dei grandi, è la scelta di staccarsi dalla famiglia d’origine andando a vivere per conto proprio a costituire il vero e proprio passaggio alla maturità. Una scelta che sembra essere sempre più difficile - Censis, 17 marzo 2005. maggiori informazioni ...
In pensione per godersi la vita - domenica 20 novembre 2005
Il segreto di una buona vecchiaia, secondo gli anziani, risiede fondamentalmente "nella libertà di fare ciò di cui si ha voglia". Il 60,6% degli anziani di 60 anni e più vede nell'allungamento della vita una opportunità, perché permette di fare le cose che piacciono, ed oltre il 58% giudica positivamente l'andare in pensione, perché consente di vivere senza obblighi e godersi la vita. Il 41% è convinto che la propria vecchiaia sia più serena e con un maggior benessere rispetto a quella vissuta dai genitori o dalle persone che erano anziane quando loro erano giovani - Censis, 2 marzo 2005. maggiori informazioni ...
Il lavoro che sognano gli italiani - domenica 20 novembre 2005
È cambiato il lavoro, nel nostro tempo. E stanno cambiando, di continuo e rapidamente: gli orari, le professioni, le regole. E ancora, il contesto. La "quinta indagine dell'Osservatorio sul Capitale sociale", dedicata al rapporto fra gli italiani e il lavoro, traccia un profilo contrastato, dove gli elementi di continuità e di novità si affiancano. E proietta il lavoro in un crocevia di sentimenti contrapposti: tra soddisfazione e necessità, flessibilità e in-flessibilità; fra autonomia e protezione - Demos & Pi, 17 ottobre 2004. maggiori informazioni ...
Figli più poveri dei genitori: la paura dell'Italia - domenica 20 novembre 2005
La sfiducia nelle prospettive economiche. La convinzione che il reddito sia divenuto inadeguato a sostenere la vita e i suoi costi (crescenti); e il lavoro più incerto, rispetto a qualche anno addietro - Demos & Pi, 22 febbraio 2004. maggiori informazioni ...
Ci penserò domani - domenica 20 novembre 2005
Comportamenti, opinioni e attese per il futuro dei cococo. La ricerca indaga per la prima volta in maniera sistematica la condizione lavorativa e la visione dei rischi e delle opportunità del futuro da parte dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa - Censis, 29 maggio 2003. maggiori informazioni ...

  
Manifesto di Democrazia Giovanile  Manifesto di Democrazia Giovanile

 

Un sistema sociale non può evolvere e svilupparsi, anzi è destinato a estinguersi, se penalizza strutturalmente la fascia più giovane della sua popolazione.

Suscita, quindi, profonda preoccupazione l’attuale progressivo delinearsi di una struttura sociale in cui i giovani sono fortemente penalizzati riguardo alle opportunità, giocano un ruolo sempre più marginale, non hanno rappresentanza politica e sociale, e di fatto sono loro preclusi i mezzi per poter cambiare questo stato di cose.

Il conflitto intergenerazionale si manifesta soprattutto nella struttura del mercato del lavoro, del sistema pensionistico e del mercato della casa; questi tre fattori si sommano tra loro, e gli effetti perversi vengono così amplificati, dando luogo a una vera e propria ‘truffa intergenerazionale’.  

I giovani dovranno infatti pagare quella parte di pensione goduta dai genitori ma non versata, dovendosi sommare gli effetti del carattere retributivo del sistema pensionistico previgente con quelli del forte incremento della speranza di vita.  

Tuttavia, a causa del combinato effetto di un sistema pensionistico riformato in chiave contributiva e di un mercato del lavoro sempre più precario, essi godranno di una pensione irrisoria, e in molti casi non ne godranno affatto.  

Sempre a causa di un mercato del lavoro precario, che non consente di accedere al mutuo, e di un mercato immobiliare caratterizzato da prezzi altissimi (4/5 volte superiori, in termini reali, rispetto agli anni Sessanta), non avranno la possibilità di accedere a un bene primario e fondamentale come la casa.  

Si troveranno inoltre a dover pagare un debito pubblico enorme senza però più avere alle spalle i servizi offerti dallo stato sociale; in altre parole, la generazione precedente ha goduto dei servizi senza pagare il conto, la nuova generazione dovrà pagare il conto senza godere dei servizi.  

Il conflitto intergenerazionale non si trasforma tuttavia in aperta ‘rivoluzione intergenerazionale’ perché, a livello familiare, sono attivi alcuni importanti meccanismi compensativi di redistribuzione delle opportunità.  

Tali meccanismi di solidarietà intrafamiliare/intergenerazionale, se è vero che operano nella maggioranza dei casi, tuttavia lasciano scoperta una consistenze minoranza di giovani.  

L’impossibilità, per i giovani, di progettare e costruire il loro futuro con le loro proprie forze conduce i più fortunati a una progressiva perdita di fiducia nelle proprie capacità, a causa della carenza di una reale autonomia; i meno fortunati, a una situazione di vera e propria disperazione. 

In una situazione siffatta, la possibilità di strutturare una relazione affettiva e un’attività lavorativa stabili risulta fortemente compromessa, con correlativo incremento delle probabilità di assumere comportamenti devianti.  

Manca, in definitiva, in larga parte dei giovani, il processo tramite il quale essi accrescono le possibilità di controllare la propria vita, di padroneggiare abilità e capacità che rafforzino il senso di sé, di operare liberamente delle scelte consapevoli, di agire in base a queste scelte: in altre parole, di elaborare strategie adeguate per raggiungere obiettivi sia personali che sociali. 

I pesanti vincoli alla progettualità ingenerano sfiducia nel futuro, conducono a un’economia fondata più sulla rendita che sulla produzione di beni e servizi, e producono un forte calo dei tassi di natalità, minando in radice la stessa possibilità di sopravvivenza del sistema sociale.  

E’ imperativo, quindi, creare e sostenere le condizioni sotto le quali i giovani possano partecipare e contribuire al progresso sociale, culturale ed economico, e in questo modo realizzare la propria personalità.  

Sono necessari interventi strutturali e normativi capaci di aprire ai giovani nuovi spazi di rappresentanza sociale, nonché volti al riequilibrio intergenerazionale delle opportunità, sia in una prospettiva di medio/lungo termine, sia anche di breve termine.  

E’ imprescindibile una riforma del mercato del lavoro in cui la flessibilità si coniughi con la certezza e la sicurezza, e non con la precarietà.  

E’ altresì imprescindibile una nuova politica della casa che corregga il paradosso per cui chi ha necessità di una prima casa quale bene primario e fondamentale per l’estrinsecazione della propria personalità, non può accedervi, mentre può accedervi facilmente chi nella casa cerca una forma di investimento.  

E’ in ogni caso improcastinabile l'affermarsi di un concetto nuovo di welfare, in cui le prestazioni dello stato sociale siano collegate non già allo status di 'lavoratore', ma a quello di 'cittadino'.  

Solo l'urgente adozione e realizzazione di interventi di questo tipo potrà realisticamente impedire che vengano messi in discussione i 'diritti acquisiti' delle generazioni precedenti.  

Tuttavia, tali interventi non obbediscono solo a ragioni di equità intergenerazionale, ma anche a ragioni utilitaristiche e di opportunità: grazie ad essi si inciderebbe positivamente anche sul sistema economico-produttivo nel suo complesso, che ne uscirebbe fortemente rafforzato e dinamicizzato.  

Autodeterminazione, autorealizzazione, libertà d'azione consapevole, equità e solidarietà sono i principi fondanti, nonché gli obiettivi, di Democrazia Giovanile. Fiducia nel futuro, ottimismo pratico, pensiero razionale e uso intelligente e creativo di scienza e tecnologia rappresentano gli strumenti per conseguirli.    

 


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